Diventa volontario

Cosa fa il volontario?
Il volontario è una persona che sceglie di svolgere attività in favore della comunità e del bene comune, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere risposte ai bisogni della comunità beneficiarie della sua azione, in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti, ed esclusivamente per fini di solidarietà. Il volontario contribuisce a generare attività di interesse generale e, in base alle proprie competenze, può:

  • assistere il direttivo, il personale e i collaboratori dell’associazione;
  • studiare, elaborare e promuove progetti creativi;
  • supportare la realizzazione di eventi;
  • sviluppare reti collaborative per l’incontro tra diverse competenze e differenti generazioni;
  • prendersi cura degli spazi e organizzare momenti di incontro per favorire la crescita della sensibilità artistica, creativa, la preparazione tecnica dei professionisti e forme di intrattenimento culturale innovative;

Come si diventa volontari occasionali?
Per supportare gratuitamente l’organizzazione in una manifestazione è sufficiente accettare il regolamento QUI e compilare il modulo “CALL TO ACTION” online QUI. A seguito di incontri e della valutazione positiva da parte del direttivo si viene inseriti nell’elenco dei volontari occasionali per l’attivazione della polizza assicurativa.

È continuativo il volontario che pur intervenendo in iniziative spot è anche associato e partecipa alle attività organizzate dall’associazione.

Come si diventa volontari continuativi?
Per partecipare all’attività è necessario essere soci effettuando la domanda di ammissione all’associazione Oltre generazioni ets QUI (per i minori l’iscrizione deve essere effettuata dal genitore/tutore) e accettare il regolamento QUIIn seguito riceverai la tessera soci che dà diritto d’accesso all’attività scelta.
Per manifestare la volontà di collaborare alle attività associative come volontari, occasionali è necessario compilare il modulo “CALL TO ACTION” online QUI.

A seguito di incontri e della valutazione positiva da parte del direttivo si viene inseriti nel registro volontari per l’attivazione della polizza assicurativa.

La partecipazione a percorsi formativi è necessaria per generare esperienze sane, sentirsi coinvolti nelle decisioni e spronati a fare meglio.

I protagonisti della partecipazione: ruoli, attenzioni e stile della relazione

Nell’ambito dell’associazionismo è centrale il concetto di partecipazione intesa come appartenenza: ci si associa ad una realtà, ad uno stile di vita, a principi e valori ben precisi che molto dicono di ogni singolo aderente e socio. Aderire ad un’associazione implica innanzitutto accettarne la storia, la tradizione, la missione e gli obiettivi. Significa entrare in punta di piedi in un terreno che altri hanno coltivato rendendolo fertile. Ma significa anche rimboccarsi le maniche e collaborare perché ogni stagione continui a portare i suoi frutti.

Il passo successivo, consiste nel passare da una “partecipazione di adesione” ad “una partecipazione attiva”. E tutto ciò non è scontato. È qualcosa di differente dal semplice esistere e aderire. È fare proprio l’obiettivo, è lavorare, impiegare tempo ed energie, e impegnarsi per migliorare. È necessario metterci la faccia e fare proprio lo stile di vita dell’associazione.
Senza dimenticare che, il più delle volte, si sta parlando di formazioni sociali su base volontaria e gratuita, alle quale ci si avvicina per assonanza di desideri e corrispondenza di intenti. E questo la dice lunga sulle motivazioni della scelta e sul tipo di partecipazione che bambini, bambine, ragazzi e ragazze vogliono garantire alla vita associativa. Lo snodo sta nella concessione di possibilità, viste come occasioni e tramutate in responsabilità. Permettere ad un bambino o un ragazzo di assumersi una responsabilità significa innanzitutto riconoscerlo come persona, dargli fiducia, guidarlo e sostenerlo nelle scelte.
Ma perché l’esperienza dei bambini e dei ragazzi nei processi decisionali possa dirsi davvero partecipativa, è necessario che questi abbiano avuto la possibilità di esprimere sé stessi e le loro idee, e perché ciò avvenga è necessario aver lavorato sull’atteggiamento degli adulti che, non sempre, riescono spontaneamente a fare un passo indietro per lasciare la possibilità a bambini e adolescenti di emergere con le loro tendenze, i loro modi di fare e il loro entusiasmo. È indispensabile che le figure di riferimento dell’associazione siano – o siano stati – educati a loro volta all’ascolto e alla partecipazione, dando il buon esempio come soggetti autorevoli e non autoritari, pronti al dialogo, al cambiamento, al confronto e alle novità.
Solo in questo modo bambini e adolescenti potranno sentirsi coinvolti nelle decisioni e spronati a fare meglio.
Informarsi, associarsi, discutere, confrontarsi e, infine, esprimere le proprie opinioni: tutti questi passaggi, che vanno a costituire un percorso cosciente di partecipazione, sono garantiti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che mira a favorire la formazione di un dialogo e di uno scambio continui tra adulti e minori, dove i primi orientano e guidano i secondi nell’assunzione sempre crescente di responsabilità, che li renda fin da piccoli cittadini attivi, aperti e consapevoli.
Nel contesto sopra descritto, occorre, d’altra parte, precisare che i minorenni che partecipino alla vita delle associazioni in forma attiva, assumendo ad esempio lo status di soci, non possono essere chiamati ad esercitare una responsabilità che vada oltre quella relativa alla partecipazione alle attività proposte, comprendendo anche gli aspetti decisori relativi alla costituzione, alla gestione e all’amministrazione delle associazioni medesime.

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